Quale vino abbinereste a un piatto di ravioli ripieni con carne d’anatra? E a una porzione di spaghetti cinesi?
Se non ci hai mai pensato, lo chef italiano Rosario Scarpato ha pensato di dare risposta a queste domande, con una guida dedicata proprio ai migliori abbinamenti tra ricette della tradizione cinese e vini italiani.
Da sempre dedito alla promozione del cibo e del vino italiano del mondo, da dieci anni è promotore dell’Italian Cuisine World Summit in diverse città come Hong Kong e Dubai, e considerando che «sul mercato cinese il vino italiano ancora non riesce a crescere come il vino francese né ad avere il suo stesso posizionamento», ha trasformato la sua esperienza e la sua idea in una sorprendente guida agli abbinamenti, ma anche un sito online e una serie di eventi volti a promuovere il vino italiano in Cina.
Si chiama “中餐意酒, si legge Zhong can yi jiued ed è la prima guida dedicata interamente all’abbinamento di piatti della cucina cinese ai vini italiani. La guida è online, scritta in cinese e in inglese. All’interno troverai cento ricette cinesi e gli abbinamenti a vini italiani. Quest’anno, con la seconda edizione, si aggiungono altri duecento piatti e duecento vini, mentre la piattaforma online, oltre a proporre ricette e abbinamenti, dà anche le indicazioni su dove il vino può essere acquistato, sia online che in punti vendita fisici.
se vuoi sbirciarla, eccola qui: https://zhongcanyijiu.com.cn/
La vera sfida per Scarpato è stata di dover rinunciare a «un approccio tradizionale» e tenere conto delle loro abitudini alimentari cinesi. In Cina non si usa mangiare un piatto alla volta, ma tutte le pietanze vengono servite a tavola contemporaneamente e condivise con tutti i commensali. Ecco perché, suggerisce Scarpato, «bisogna proporre un modo di bere il vino diverso da quello a cui siamo abituati in Italia, pensando che su un tavolo cinese possono esserci allo stesso tempo venti pietanze e cinque diverse bottiglie di vino».
Nella guida, quindi, sarà possibile avere anche le risposte alle domande che ci siamo posti all’inizio e scoprire così che per esaltare un piatto di ravioli ripieni di carne d’anatra l’ideale è un calice di Pinot nero toscano, ma osserva Scarpato, «il consumatore cinese di vino predilige il vino rosso e i classici vini italiani poderosi, ad esempio l’Amarone e il Sassicaia, ma pur essendo vini che possono accompagnare la cucina cinese, in realtà in Italia ne esistono altri più adatti, come potrebbero essere il Moscato, sia fermo che mosso, i Prosecchi e i vini a basso contenuto di tannini come il Dolcetto, solo per fare alcuni esempi». Nomi ancora poco noti tra i cinesi.
Nel 2018 l’Italia ha venduto vino in Cina per un valore di 142,3 milioni di euro, collocandosi al quinto posto tra i Paesi fornitori, dietro Francia, che pur avendo registrato un calo del 7,2% mantiene la leadership con 903 milioni di euro, Australia, Cile e Spagna. Ciò che rende difficile la crescita secondo Scarpato «è stato un approccio elitario e i primi cinesi ad avvicinarsi al vino sono stati coloro che se lo potevano permettere perché lo vedevano come uno status symbol da sfoggiare a tavola e il vino francese ha risposto a questa domanda». Ma in questi anni le cose si stanno evolvendo. Sono sbarcati sul mercato cinese i vini australiani, sudamericani e i cinesi stessi sono diventati produttori. «Il mercato del vino, quindi, si sta reimpostando, i ristoranti cinesi, soprattutto quelli gestiti da giovani cuochi, hanno iniziato a modificare il servizio offerto, hanno una loro cantina e sono aperti a provare nuove etichette».
Certo che il mondo della cucina resta sempre immensamente ampio e affascinante, proprio per questo noi di Bella Cina non riusciamo a farvi conoscere ogni giorno nuovi sapori, portandovi nel nostro ristorante proposte sia della cultura cinese che giapponese, ma ad esse si abbinano anche una varietà di vini che trasformeranno la vostra cena in esperienza.